Corde in rame a trefolo

Il termine trefolo sta a indicare un insieme di fili elementari cordati fra loro a formare una sorta di spirale. Questa struttura viene particolarmente utilizzata, ad esempio, per la realizzazione di corde oppure nel settore dei cavi elettrici, dove i trefoli permettono di ottenere diverse soluzioni.

Un cavo trefolato è in genere così composto: la parte più centrale è proprio il trefolo, quindi i fili annodati che fanno da conduttori dell’energia elettrica, per i quali solitamente si usano il rame crudo o placcato con stagno, argento e nichel per fornire maggiore resistenza all’ossidazione o l’alluminio.

Il conduttore viene in seguito protetto con uno strato isolante, in genere realizzato con materiali termoplastici, e tra i due si inseriscono i riempitivi che vanno a riempire, per l’appunto, gli interstizi tra anima e guaine. Non meno importante è infine lo schermo, un rivestimento realizzato in materiale conduttore che viene applicato sull’isolamento o sulle anime per confinare il campo elettrico e proteggerlo da eventuali disturbi elettromagnetici.

Come detto, il conduttore può essere composto da un singolo filo rigido o da più fili che vanno a formare il trefolo e che, a seconda del numero degli stessi, possono rendere il cavo più o meno flessibile. Questo aspetto è fondamentale perché è proprio la flessibilità a determinare la classe del trefolo così come normato dalla IEC 60228.

Nei cavi elettrici le classi di flessibilità sono quattro, che vanno a salire man mano che aumenta il numero di fili interni:

  • Classe 1: conduttori solidi, ideali per installazioni permanenti;
  • Classe 2: conduttori a trefoli destinati all’installazione fissa;
  • Classe 5: conduttori flessibili, preferiti in caso di vibrazione, curvatura o ridotto raggio di movimento;
  • Classe 6: conduttori molto flessibili.

Vantaggi di un cavo a trefoli

La scelta di un cavo a trefoli è legata sostanzialmente al bisogno di avere un cavo più morbido e flessibile, che possa dunque adattarsi a quegli impianti e a quelle applicazioni in cui vi siano curvature o spazi ridotti.

I trefoli intrecciati, infatti, consentono di flettere in maniera molto più semplice il filo in fase di posa senza rischi di danneggiamento e per questo motivo trovano spazio soprattutto nei circuiti, nella robotica e nei lavori di cablaggio, mentre il cavo solido viene preferito nei casi in cui lo stesso è più esposto a elementi corrosivi o all’azione degli agenti atmosferici, per esempio nelle telecomunicazioni e nelle costruzioni.

Tra i pro dei cavi a trefoli troviamo anche la maggiore resistenza alle vibrazioni (tuttavia, le terminazioni di questi cavi risultano più fragili rispetto ai cavi solidi). Un ultimo interessante vantaggio del cavo a trefoli è la sua maggiore economicità sul lungo periodo, sebbene il costo iniziale possa superare quello dei cavi con conduttore solido.

Cavo a trefoli: ambiti di applicazione

Come visto, dunque, il cavo a trefoli presenta il principale vantaggio di essere molto flessibile, soprattutto quando si parla di cavi classe 5 e 6. Proprio questa particolarità fa sì che il cavo trefolato possa essere applicato in maniera molto più semplice laddove le condizioni generali non consentano di gestire correttamente un cavo più rigido.

Quando vi sono spazi ristretti di manovra e curvature dell’impianto si può dunque ricorrere a una soluzione che garantisce un’elevata flessibilità: un caso tipico è quello degli impianti elettrici domestici, nei quali la scelta di un multifilare risponde anche a una maggiore resistenza generale e a una minore dissipazione di corrente. In caso di installazioni fisse può essere sufficiente un trefolo classe 2, ma se vi è bisogno di una flessibilità superiore è meglio optare per le classi più elevate.

TREFOLO RAME - FC Cabes